devies_200Davis, 42 anni, nel braccio della morte dal 1991, è stato messo a morte con un’iniezione letale nella prigione di Jackson nella tarda serata di ieri, nonostante sussistessero forti dubbi sulla sua colpevolezza.

 

Amnesty International ha condannato la decisione delle autorità della Georgia di mettere a morte Troy Davis, questa esecuzione rappresenta un “catastrofico fallimento del sistema giudiziario” statunitense.

 

Come ci ha ricordato prima di essere assassinato, la sua lotta non finisce qui.

Da oggi, nel suo nome, l’impegno di milioni di persone per abolire la pena di morte sarà raddoppiato.

 

Il giorno prima dell’esecuzione Troy aveva voluto inviare un messaggio a tutti noi:

“La lotta per la giustizia non finisce con me. Questa lotta è per tutti i Troy Davis che sono venuti prima di me e che verranno dopo di me. Sto bene, prego e mi sento in pace. Ma non smetterò di lottare, fino all’ultimo respiro”.


Davis si è sempre dichiarato innocente e il processo, conferma Amnesty International, si è basato solo su deposizioni fatte a seguito di pressioni della polizia, con notevoli incongruenze e in seguito ritrattate.

 

Davis negli anni è divenuto, suo malgrado, simbolo della lotta contro la pena di morte negli Stati Uniti. Per salvarlo hanno lanciato appelli papa Benedetto XVI, l’ex presidente Jimmy Carter, l’ex arcivescovo Desmod Tutu, oltre ad organizzazioni come Amnesty International. Appelli rimasti purtroppo inascoltati.

troy_350Anche Voci per la Libertà si era mobilitata per la grazia a Troy Davis

 

All’inizio della giornata, in Iran era stato impiccato in pubblico un ragazzo di 17 anni, condannato per l’omicidio di un noto atleta, nonostante il divieto internazionale di mettere a morte minorenni al momento del reato.

 

Tra le due esecuzioni, in Cina veniva messo a morte un cittadino pachistano giudicato colpevole di spaccio di stupefacenti, sebbene i reati di droga non ricadano nella categoria dei “crimini più gravi” di diritto internazionale.

 

“È stato un giorno terribile per i diritti umani nel mondo. Questi tre paesi si sono sfilati dalla tendenza globale verso l’abolizione della pena di morte” – ha dichiarato Guadalupe Marengo, vicedirettrice per le Americhe di Amnesty International.

“I paesi che mantengono la pena di morte spesso si difendono sostenendo di agire in linea col diritto internazionale. Quanto è successo ieri lo smentisce clamorosamente” – ha aggiunto Marengo.

 

Gli attivisti e le attiviste di Amnesty International stanno portando avanti un’intensa campagna contro la pena di morte. Negli ultimi giorni, avevano consegnato alle autorità della Georgia quasi un milione di firme per chiedere la commutazione della condanna di Davis. Manifestazioni si erano svolte in oltre 300 città di ogni parte del mondo, Italia compresa.

 

Davis era stato condannato a morte nel 1991 per l’omicidio dell’agente di polizia Mark Allen Macphail. Il processo si era basato essenzialmente sulle dichiarazioni di nove testimoni, sette dei quali avevano successivamente ritrattato denunciando, in alcuni casi, di aver subito pressioni da parte della polizia.

Alireza Molla-Soltani, impiccato di fronte a una numerosa folla a Karaj, era stato condannato a morte un mese fa per aver accoltellato Ruhollah Dadashi, un atleta molto popolare in Iran, nel corso di una rissa tra automobilisti. Molla-Soltani si era difeso sostenendo di aver agito in un momento di panico e per legittima difesa, dopo che Dadashi lo aveva aggredito.

 

Zahid Husain Shah, arrestato nel 2008 per spaccio di stupefacenti, è stato messo a morte in Cina con un’iniezione letale.

 

Infine, sempre negli Usa ma in Texas, è stato messo a morte Lawrence Brewer, per aver preso parte a un omicidio nel 1998.

 

Voci per la libertà, a fianco di Amnesty International si oppone alla pena di morte in ogni circostanza e senza eccezioni.

 

“La pena di morte è il sintomo di una cultura di violenza e non il suo rimedio” – ha sottolineato Marengo. “Le atroci esecuzioni di ieri rafforzeranno ancora di più l’impegno delle attiviste e degli attivisti di Amnesty International e di altre persone contro la pena capitale”.


La nostra lotta contro la pena di morte non si ferma!!!


I 10 motivi per dire no: http://www.amnesty.it/10ottobre/10motivi

Il lavoro di Amnesty sulla pena di morte: http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/499

Attivati contro la pena di morte: http://www.amnesty.it/rete_pena_di_morte