È il vincitore dell’ultima edizione del festival Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty: Carlo Valente si racconta in questa bella intervista in cui ci parla dei suoi brani, della scelta di partecipare ad un evento legato ai diritti umani e del suo mondo musicale.

BREVE BIO DI CARLO VALENTE

Carlo Valente è un autore romantico, estremamente eclettico, irriverente ed ironico. Il suo mondo artistico introspettivo, nostalgico ed intimo si fonde a quello di una canzone più attenta a temi sociali importanti dove esprime la sua opinione a gran voce. Il Cicolano (la bassa Provincia di Rieti al confine con l’Abruzzo), sua terra d’origine, si scorge in ogni parola pronunciata, in ogni corda pizzicata, in ogni tasto sfiorato.

Carlo Valente nasce a Rieti nel 1990. Ad otto anni si innamora della fisarmonica, che studia fino ai 17 anni, quando scopre una viscerale passione per la canzone d’autore. Scrive i suoi primi brani su un piccolo pianoforte, ispirandosi ai grandi cantautori italiani. Il passaggio alla chitarra diventa inevitabile. Nel 2014 esce il suo primo EP “COLLEzioni”, seguito da un tour in piccoli circoli d’Italia.

Dal 2016 è allievo alla scuola di alta formazione Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, nella sezione “Canzone”. Vincitore della prima edizione del premio “Duel-cantautori a confronto” a Torino nel 2015. Nello stesso anno si è aggiudicato il riconoscimento per il “Miglior testo” al Premio Bindi 2015 con il brano “Tra l’altro”, dedicato a Federico Aldrovandi. E’ stato inoltre finalista ai Premi De André, Bertoli ed al festival Botteghe D’Autore 2015. Nel 2017 è entrato nella cinquina alla Targa Tenco come miglior opera prima.

 

carlo valente

 

L’INTERVISTA

Hai partecipato e vinto il festival Voci per la Libertà: come ti siete trovato? Come hai vissuto questa esperienza? Perché dopo aver vinto numerosi importanti premi hai scelto di partecipare ad un festival come il nostro che parla di diritti umani?

Del Premio ne sono venuto a conoscenza solo quest’anno e appena ho letto “Amnesty” non ho dubitato nemmeno un secondo nell’ inviare le mie canzoni che sono sempre molto vicine ai temi sociali e ai diritti umani. Insomma ho pensato che fosse il posto giusto e, ti assicuro, anche non portare a casa nulla mi avrebbe fatto tornare a Rieti con un’esperienza importante alle spalle. Cosa dire del Festival… Organizzazione impeccabile, accoglienza straordinaria (peccato il sali e scendi dei giorni del festival che non ci ha fatto godere a pieno Rosolina a Mare) e location stupenda. Mi sono sentito subito a mio agio sia dietro le quinte che sopra il palcoscenico, i ragazzi del service gentili e disponibili, devo dire che succede davvero di rado.

Sei il vincitore del Premio Amnesty International Italia Emergenti: cosa rappresenta per te questo riconoscimento e nello specifico il brano che hai presentato in concorso?

Per me vale parecchio. Forse di tutti i Premi che ho fatto era quello a cui tenevo particolarmente. Questo riconoscimento mi sprona a continuare a fare questo. E’ un periodo storico in cui i cantautori raccontano sempre meno quello che accade intorno, dalla politica al sociali. Il premio Amnesty, anche per questo, non solo è una grande soddisfazione, ma anche una straordinaria e difficile responsabilità. “Crociera Maraviglia”, il brano in concorso, è la mia visione della tragedia infinita che ormai da svariati anni si sta verifica sotto i nostri occhi nel Mediterraneo. E’ un brano che ho scritto qualche anno fa e il fatto che sia ancora tristemente attuale è una cosa che dovrebbe far riflettere.

Durante il festival hai emozionato il pubblico anche con “Tra l’altro” la canzone legata a Federico Aldrovandi, il diciottenne morto nel 2005 sotto i colpi ricevuti durante un controllo di polizia, a cui hai dedicato il Premio Amnesty e che ha dato il titolo al tuo album. Come mai?

La vicenda di Federico mi hanno colpito nel profondo. Avevo l’esigenza di scrivere qualcosa ma mi sembrava quasi impossibile senza essere retorici o scontati. Avevo paura di ferire la memoria di Federico, quindi ho cercato di essere il più delicato possibile e di accarezzare con la penna i contorni di questa triste storia. Devo dire che alla fine credo di esserci riuscito e le testimonianze d’affetto di Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi me lo hanno confermato. Ho fatto parlare Federico attraverso la mia musica ed usato l’arma più affilata di tutte: il perdono.

 

carlo valente

 

Il tuo album d’esordio, “Tra l’altro”, parla d’amore e di mafia, di calcio e immigrazione, di vanità, politica e violenza. Secondo te la musica e l’arte in generale possono realmente fare qualcosa per migliorare il mondo?

Secondo me la musica e l’arte in generale hanno il compito primario di parlare del mondo e provare a migliorarlo attraverso le canzoni. Noi cantautori siamo dei piccoli soldatini con il compito arduo di dire la nostra, raccontare il momento storico che viviamo attraverso un altro punto di vista, dare voce a chi non ne ha. Non possiamo restare impantanati nel puro “intrattenimento”, anche se c’è anche quello ovviamente. Però credo che nostro compito sia quello di lasciare all’ascoltatore un dubbio o stimolare una curiosità, oppure dare una prospettiva diversa delle cose. Siamo un’arma bellissima che deve essere messa a disposizione.

Tu vieni da Rieti, è una piccola provincia delle stesse dimensioni di Rovigo che tra l’altro ha dato i natali a Lucio Battisti. Com’è l’attuale panorama musicale?

L’attuale panorama musicale a Rieti in proporzione alla grandezza della città è più che vivo. Ci sono locali che propongono musica inedita e danno spazio anche a band o realtà originali della zona. Abbiamo questa enorme eredità che ci ha lasciato Lucio Battisti e ne siamo consapevoli.

Il tuo album è uscito da pochi mesi, cosa ci possiamo aspettare da te per il futuro prossimo? Quali sono i tuoi progetti?

L’uscita di un nuovo singolo tratto dall’album e poi godermi il tour fino a dicembre e pensare alle nuove canzoni. Ho in mente varie cose, il tempo di metterle insieme e poi si riparte più forti e decisi di prima.

 

 

COVER tra laltro

CROCIERA MARAVIGLIA, IL BRANO VINCITORE
(tratto dall’album “Tra l’altro)

E che riparta ancora e come una bottiglia,
che abbia inizio ‘sta Crociera Maraviglia!
La mia valigia un mucchio di vestiti addosso, che novità!
Avremo il grande mare dalla nostra parte
e questo visto garantito dalla sorte
ci rassicura in fondo, l’Europa il nuovo mondo da conquistar.

Pirati di frontiera senza addosso un nome,
colonialisti di nuova generazione
non vedi la speranza? C’è chi perfino a nuoto se la fa.
Niente disperazione se la bufera arriva, abbiamo altre sette vite nella stiva
chi torna indietro è perso e darsi per disperso non servirà.

Va…
altro che Nina, altro che Pinta, Santa Maria
prega per noi
di partire ho bisogno, non chiamatelo sogno
perché vojo restar.

E che riparta ancora e come una bottiglia,
quanto costa ‘sta Crociera Maraviglia?
Che poi la morte in fondo è il prezzo meno caro da pagar.
Spendono miliardi per non farmi entrare,
il giorno dopo poi mi vengono a cercare
è un lavoro sporco ma qualcuno lo dovrà pur far.
Un giorno ormai vicino invertiremo i ruoli,
verrete giù Popolo di Navigatori!
La rotta è sempre quella, il marchio da migrante lo avete già.

Va…
altro che Nina, altro che Pinta, Santa Maria
prega per noi di partire ho bisogno, non chiamatelo sogno
perché vojo restar

Da quissù sembrate quasi una conchiglia,
ma che scommessa ‘sta Crociera Maraviglia!
Io c’ho provato amore, non tornerò stanotte
e questa morte
a niente servirà, a poco servirà.

Va…

 

PER APPROFONDIRE

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