Il racconto dei giorni del festival attraverso le parole dei protagonisti e le foto di Andrea “Artax” Artosi.

Cinque giorni di musica, arte e impegno civile, ma anche emozioni e divertimento: è questo il consolidato format che è andato in scena anche quest’anno per la ventiquattresima edizione di Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty. Il festival realizzato in collaborazione con Amnesty International Italia celebra artisti emergenti e grandi ospiti che si sono distinti per la loro sensibilità verso il tema dei diritti umani.

Enorme la soddisfazione di tutti gli organizzatori, da Amnesty International Italia ai comuni di Rosolina e Adria fino all’Associazione Culturale Voci per la libertà, per il successo del festival, che dal 1998 ha portato in provincia di Rovigo centinaia di gruppi emergenti e i più grandi artisti italiani. Un doveroso ringraziamento alla CGIL di Rovigo e alla CISL Padova e Rovigo per il sostegno. Grandissima la copertura mediatica della manifestazione che grazie a numerosi servizi radio e tv ha contribuito a diffondere il messaggio del festival e a far conoscere il territorio a livello nazionale. Tutti i concerti sono stati trasmessi in diretta streaming nei canali social di Voci per la Libertà. Media partner ufficiale è stata Rai Radio1, che ha anche proposto vari collegamenti in diretta dal festival.

Un folto pubblico ha seguito le 5 serate, (17 luglio ad Adria e dal 22 al 25 luglio a Rosolina Mare) condotte da Savino Zaba e Carmen Formenton, raggiungendo il tutto esaurito nel week end di Rosolina Mare, nel pieno rispetto dei protocolli previsti per la pandemia da covid-19 in atto.

I lavori per la venticinquesima edizione inizieranno quanto prima, per regalare al pubblico un altro meraviglioso festival di musica, cultura e diritti umani. Un quarto di secolo di festival, un anniversario importante e significativo. Ricordando la cosa più importante che da 24 anni guida il lavoro dell’Associazione Voci per la Libertà: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” (art.1 della Dichiarazione universale dei diritti umani).
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Sabato 17 luglio
Il calendario di “Voci per la libertà” 2021 ha preso il via con un’anteprima ad Adria.
Nel pomeriggio in collaborazione con l’Associazione REM, sono stati presentati due libri: “Ma quale vacanza d’Egitto?! Arresto accidentale di un cantante” con l’autore Davide Romagnoni (cantante dei Vallanzaska) e “Perché abolire il carcere. Le ragioni di «No Prison»” con l’autore Livio Ferrari.
In serata sul palco di Piazza Cavour a salire sul palco GIULIO WILSON, vincitore del premio della critica a Voci per la libertà nel 2019, da poco uscito con il suo nuovo album “Storie vere tra alberi e gatti” e gli attesissimi VALLANZASKA, band pioniera dello ska-punk in Italia che proprio quest’anno festeggia il trentennale.

Giulio Wilson: “Voci per la Libertà è ormai uno dei più importanti festival della canzone italiana, una manifestazione trasparente in un’Italia nebulosa. Qui non è sufficiente disporre solo di un’ugola squillante, non servono Major ma contenuti e sensibilità. La selezione degli artisti emergenti è ligia e allo stesso tempo rispettosa dell’Arte, intesa in senso lato, rispecchiando in pieno gli ideali degli organizzatori teso a costruire un mondo migliore”.

Vallanzaska: “La nostra partecipazione a “Voci per la libertà” 2021 per noi ha significato molto, e ce la ricorderemo a lungo come una bellissima esperienza. Da una parte proprio ad Adria, in una splendida cornice urbana, abbiamo avuto un nuovo battesimo dei live: è stato infatti il nostro primo concerto dopo un anno e mezzo di fermo per la pandemia. Dall’altro vedere una manifestazione che unisce cultura musicale e temi importanti come i diritti umani, la vicenda di Zaki sopra tutto, non può che fare ben sperare per il futuro. Ora e sempre: Fuori le Voci per la Libertà!”.

libri adria
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giulio wilson
vallanzaska

Giovedì 22 luglio
Il clou del festival a Rosolina Mare parte giovedì 22 luglio.
Ad aprire la giornata è stato il primo appuntamento pomeridiano al Chiringuito in In Anguriara (sul lungomare) per l’aperitivo tra musica e parole: Francesco Casoni, con l’accompagnamento musicale di Enrico Buoso ha presentato “I GIORNI DELLE CICALE” (Apogeo).
La serata è poi stata interamente dedicata ad Amnesty International. Presso l’arena spettacoli di Piazzale Europa, la proiezione di “CANDLE IN BARBED WIRE“, un docufilm con regia di Fabio Masi sui sessant’anni di battaglie di Amnesty International per la difesa dei diritti umani attraverso le parole di artisti, difensori dei diritti umani e materiale storico. “Candle in barbed wire”; è un progetto che conta su partecipazioni di rilievo, come per le interviste realizzate ad Ilaria Cucchi, Abou Bakar Soumahoro, Antonio Pappano e ad Erri De Luca e per le testimonianze provenienti da varie parti del mondo: dal Messico con Marisela Ortiz, dal Brasile con Monica Benicio, compagna di Marielle Franco, da Birmingham con Ruhal Ahmed, detenuto erroneamente per 3 anni nella prigione di Guantanamo. Si sono impegnati a realizzare letture e performance, tra gli altri: Veronica Pivetti, Flavio Insinna, Moni Ovadia e Roy Paci, che hanno dato il loro contributo in una location di prestigio come il Colosseo, monumento simbolo che da molti anni viene illuminato ogni volta che c’è una amnistia nel mondo.
Durante la serata sono stati mostrati i video della campagna “STAND UP FOR VICTIMS RIGHTS” promossa da COSPE e Amnesty International Italia nata con l’obiettivo di informare e sostenere chi subisce aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere.
A presentare il film e la campagna ci sono state: Francesca Cesarotti (Amnesty International Italia) e Camilla Bencini (Cospe Onlus). In serata anche l’inaugurazione delle due mostre presso il centro congressi: “60 VOLTI PER 60 ANNI” di Gianluca Costantini e “FREE PATRICK ZAKI: PRISONER OF CONSCIENCE”, concorso internazionale.

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Venerdì 23 luglio
Come per tutte le giornate del festival, il primo appuntamento si è tenuto alle 18.30 con un aperitivo tra musica e parole al Chiringuito in Anguriara (sul lungomare) per presentare “WEB LOVE STORY” (Pendragon) con l’autrice e cantautrice Roberta Giallo, che, intervistata da Marco Cavalieri, ha proposto anche alcuni brani.
In serata presso l’arena spettacoli di Piazzale Europa di Rosolina Mare torna la musica a farla da padrona ben cinque progetti musicali sul palco di Voci per la Libertà. Ad aprire la serata gli studenti dell’IIS Primo Levi di Badia Polesine che hanno presentato il brano inedito “Tutta questa libertà”, legato al progetto scolastico JONATHAN LIVINGSTON.
In concorso per la prima semifinale del Premio Amnesty International Italia, sezione Emergenti: MIRIAM RICORDI da Pescara con il brano “Siamo sordi davvero”, eccentrica e spregiudicata, cantautrice rock, si esprime con una chitarra e le sue canzoni sono un connubio di romanticismo e carica; OLIVIA XX da Viterbo con il brano “Solo una figlia”, all’anagrafe Arianna Silveri, Olivia osserva il mondo intorno lei e trasforma in canzoni stati d’animo e situazioni attraverso una grande fantasia ed empatia nei confronti di quello che la circonda; PICCIOTTO da Palermo con “Bimbi”, il suo è un rap di forte denuncia sociale, nasce e si sviluppa nei centri sociali occupati allargandosi e affinandosi negli anni su vari palchi della penisola ed essendo conseguenza naturale del suo impegno sociale.
L’ospite della serata H.E.R., artista poliedrica, violinista, compositrice, attrice, performer. L’anno scorso è stata la vincitrice assoluta del Premio Amnesty International Italia, sezione Emergenti con la canzone “Il mondo non cambia mai” un brano contro le discriminazioni, che lei, artista transgender, conosce bene, avendone subite molte in prima persona. Il premio l’ha dedicato a Patrick Zaky, attivista per i diritti umani, in carcere in Egitto. È da poco uscita con il nuovo singolo “Voglio ​essere felice” e, proprio in occasione del concerto a Voci per la Libertà, a quindici anni di distanza dal successo di “Mater natura”, opera prima del regista partenopeo Massimo Andrei, è uscito “Se avessi te” in versione remix: il brano della violinista H.E.R., colonna sonora del pluripremiato film a tematica LGBT presentato al Festival di Venezia nel 2005.

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Jonathan Livingston: “Per noi questi due anni di progetto scolastico che ci ha portato a realizzare tantissime iniziative sono stati indimenticabili. Per dei musicisti amatoriali come noi, aver realizzato un inedito, essere andati in studio di registrazione e poter suonare su un palco così prestigioso è un’emozione davvero grande. Queste esperienze ci hanno fatto capire quanto la musica possa essere importante, quanto possa aiutare chi la ascolta e quanto possa essere un tramite per richiedere dei diritti che non sono concessi”.

H.E.R.: “Un anno dopo la vittoria del Premio Amnesty i sentimenti sono contrastanti, l’anno scorso ero in concorso e c’era più tensione, quest’anno sono più ‘ammorbidita’ ma aimè con un dolore dentro che è quello di tutti noi. L’anno scorso avevo dedicato il mio premio a Patrick Zaki, ora dopo un anno siamo esattamente allo stesso punto… Il problema è che Patrick è uno dei tanti, forse il più famoso, ma c’è tantissima gente come lui che non fa altro che marcire in prigione come prigionieri di coscienza. Esistono regimi dittatoriali che puniscono le coscienze non c’è un concetto di democrazia. Proprio per questo nel novembre scorso assieme ad Amnesty, Voci per la Libertà e Joseba (la mia etichetta) ho prodotto un brano ”Il nostro mondo” perché il mondo non può essere mio o tuo ma è di tutti noi e la libertà mia appartiene anche a te. La mancanza di libertà tua è anche un problema mio”.

Sabato 24 luglio
Primo appuntamento della giornata con l’aperitivo tra musica e parole al Chiringuito in Anguriara (sul lungomare) per presentare “FRANCESCO DE GREGORI. I TESTI. LA STORIA DELLE CANZONI” (Giunti) con l’autore Enrico Deregibus che ha conversato con Duccio Pasqua. Fantastici gli interventi musicali dei Marmaja.
Presso l’arena spettacoli di Piazzale Europa di Rosolina Mare ben sette progetti musicali si sono susseguiti sul palco di Voci per la Libertà.
Ad aprire la serata la cantautrice FRANCESCA INCUDINE, vincitrice della Targa Tenco nel 2018 come miglior album in dialetto, lo stesso anno in cui Voci per la Libertà ha vinto la Targa Tenco come miglior Album collettivo a progetto. Francesca ha presentato il brano “Zinda”, dedicato a Sabeen Mahmud, giovane attivista per i diritti umani assassinata in Pakistan. Proprio con questo brano è stata tra i cinque finalisti, sempre al Tenco 2021, nella sezione Migliore Canzone Singola.
In concorso per la prima semifinale del Premio Amnesty International Italia , sezione Emergenti: INNOCENTE da Lecce con “Tempo binario”, il volto e le parole di un progetto artistico che affronta tematiche personali e sociali, musicalmente ispirato da diversi contesti e generi musicali che rendono la proposta artistica di Innocente a dir poco unica; OZORA da Torino con “Vista mare”, con un sound che fonde l’heavy/rock italiano del passato (Ritmo Tribale, In.Si.Dia, Negazione, Bluvertigo) e il prog metal moderno di band quali Mastodon, Tool, Porcupine Tree, “Angelica”, è un manifesto di fragilità, rabbia, speranza, follia e costruttività; DONIX da Napoli con “Siriana”, l’Album N4BS è il suo manifesto, si oppone alla visione patriarcale della donna trattando temi sia autobiografici sia sociali. Il disco è un concentrato delle passioni schizofreniche dell’artista: r’n’b’-soul-hip hop/pop-elettro-dance; AFTERSAT da Napoli con il brano “Sanpapiè”, progetto “folk’n’roll mediterraneo” nato nel 2017 e formato da cinque ragazzi differenti nelle influenze musicali ma accomunati dalla stessa voglia di lavorare sull’identità flegrea; BLINDUR da Napoli con il brano “3000x”, con il suo rock alternativo e Canzone d’autore in sei anni di attività ha collezionato più di 350 concerti tra Italia, Belgio, Islanda, Francia, Germania, Irlanda e USA, prendendo parte ad importanti festival internazionali.
Come ospiti della serata un gruppo storico della musica italiana quale gli YO YO MUNDI. Promotori da sempre della canzone d’autore e del rock-folk italiano, gli Yo Yo Mundi vengono dal Monferrato la terra di Luigi Tenco, delle canzoni di Paolo Conte, dei racconti di Pavese, Lajolo, Monti e Fenoglio e sono in attività da più di trent’anni (nel 2019, e precisamente il 5 marzo, hanno festeggiato il compleanno tondo, tondo!). Artefici instancabili di un girovagare in lungo e in largo per la penisola fatto ​di concerti, reading, spettacoli teatrali, sonorizzazioni. Gli Yo Yo Mundi sono da poco usciti con un nuovo album: “La rivoluzione del battito di ciglia” e proprio quest’anno il brano “Il silenzio che si sente” era tra le 10 nomination per il Premio Amnesty Big. “La rivoluzione del battito di ciglia” è il diciannovesimo disco in ben trentuno anni di straordinaria carriera. È un album che segna una svolta nella discografia della band acquese, perché da sempre amano stupire e cercano, di migliorarsi ad ogni nuovo lavoro! E il titolo è la sintesi precisa di un vero e proprio manifesto della loro poetica e del loro impegno. Un bellissimo ritorno: sono, infatti, già stati ospiti al nostro festival nel 2011, esattamente 10 anni fa.
Alla fine dell’esibizione degli Yo Yo Mundi l’annuncio dei 5 finalisti del Premio Amnesty International Italia Emergenti: Aftersat, Blindur, Donix, Olivia XX e Picciotto, selezionati da una ampia e importante giuria nelle due semifinali di venerdì e sabato.

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yo yo mundi
yo yo mundi1Francesca Incudine: “Cantare Zinda sul palco di Voci per la Libertà è stato emozionante; cantare e raccontare di Sabeen mi ha dato la stessa emozione provata entrando al T2F a Karachi, luogo di cultura da lei fondato in Pakistan, luogo di incontro con la storia di questa straordinaria donna. Ho pensato che quanto più una storia ci sembra lontana tanto più essa ci è prossima, dentro la storia di Sabeen ho avuto modo di riflettere su quante libertà ci sono ancora da conquistare e quante da difendere e ripensare. Ed è soltanto attraverso il coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni, attraverso il coraggio di essere se stessi pur rispettando l’altro che possiamo ripensare a cosa significhi la libertà. Ringrazio tutta l’organizzazione e Amnesty International per il loro lavoro appassionato e per aver dato spazio alla mia musica e alla mia voce”.

Yo Yo Mundi: “Noi torneremo tutti gli anni a Voci per la Libertà. A parte gli scherzi su questo palco ci sentiamo a casa, dopo 10 anni è come se il tempo non fosse passato è sempre un proiettarsi verso il futuro, verso dei sogni comuni e degli impegni comuni che ci siamo presi in questa nostra vita, noi come gruppo musicale e Amnesty come la meravigliosa associazione che è. È stato bellissimo che il brano “Il silenzio che si sente” sia stata inserita nella decina del Premio Amnesty Big, sapevamo che la canzone è una canzone sincera, sapevamo che avrebbe fatto tanta strada, però non pensavamo che tornasse a casa. È tronata casa tra le braccia di Voci per la Libertà”.

Domenica 25 luglio
La giornata conclusiva della ventiquattresima edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” come preannunciato è stata entusiasmante con la finalissima del concorso emergenti e il premio Amnesty International Italia sezione Big per il miglior brano sui diritti umani ai NEGRAMARO per “Dalle mie parti”.
Nel pomeriggio l’incontro presso il Centro Congressi con il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury, il Sindaco di Rosolina Franco Vitale, il direttore artistico del festival Michele Lionello, la rappresentante del Cospe Alessia Giannoni e i Negramaro rappresentati da Giuliano Sangiorgi e Andrea “Andro” Mariano. Al tavolo con i relatori anche la sagoma di Patrick Zaki disegnata da Gianluca Costantini a ricordo della richiesta di libertà per lo studente italiano detenuto ingiustamente in Egitto e degli altri prigionieri di coscienza tuttora rinchiusi nello stesso Paese. Una conferenza stampa incentrata sull’arte ma ancora di più sulla possibilità di usare l’arte e in particolar modo la musica come mezzo espressivo per dire la propria opinione su tematiche umane, o forse meglio disumane, in un momento storico in cui tutti dicono la loro, soprattutto sui social.
In serata il gran finale musicale. In apertura si è esibita la cantautrice AGNESE VALLE, vincitrice l’anno scorso del Premio della Critica e da poco uscita con l’album “Ristrutturazioni”, che sta portando in tour in tutta Italia.
A seguire l’attesissima premiazione e live dei Negramaro che hanno incantato il numerosissimo pubblico presente con le loro parole e la loro musica. Hanno effettuato la premiazione Riccardo Noury e Francesca Corbo di Amnesty International Italia.
È stata poi la volta della finalissima del Premio Amnesty International sezione emergenti, in ordine di esibizione: AFTERSAT con il brano “Sanpapiè” da Napoli, PICCIOTTO con il brano “Bimbi” da Palermo, BLINDUR con il brano “3000x” da Napoli, OLIVIA XX con il brano “Solo una figlia” da Viterbo e DONIX con il brano “Siriana” da Napoli.
In attesa del risultato della giuria l’esibizione della cantautrice ROBERTA GIALLO. Scrittrice, musicista, performer, artista a 360° in linea con la visione che lei stessa ha spiegato di avere nei confronti dell’arte come mezzo espressivo senza confini netti. La prestigiosa e folta giuria tra semifinali e finale è stata composta da: Claudio Agostoni (Radio popolare), Giò Alajmo (Spettakolo.it), Eugenio Arcidiacono (Famiglia Cristiana), Marco Cavalieri (Radio Elettrica), Francesca Cesarotti (Amnesty Italia), Francesca Corbo (Amnesty Italia), Nicola Dalla Pasqua (Amnesty International Veneto), Katia Del Savio (Indiana Music Mag), Enrico Deregibus (giornalista e operatore culturale), Daniela Esposito (ufficio stampa), Roberta Giallo (cantautrice), Michele Lionello (direttore artistico Voci per la Libertà), Ivan Malfatto (Gazzettino), Gianluca Mura (Radio41), Riccardo Noury (portavoce Amnesty International Italia), Mattia Pace (manager musicale), Angelo Pangrazio (giornalista), Duccio Pasqua (Rai Radio1), Irene Pederzini (Ala Bianca), Francesco Pozzato (Voci per la Libertà), Silva Rotelli (Inalienabile, musica e diritti umani), Adila Salah (Indieffusione/Noise Symphony), Giordano Sangiorgi (MEI e Rete dei festival), Marcella Sullo (Rai Radio1), Agnese Valle (cantautrice e vocal coach).
La 24a edizione del Premio Amnesty nella sezione Emergenti ha visto trionfare Napoli: ai Blindur con il brano “3000x” è andato il premio assoluto e a Donix con “Siriana” quello della critica, in una finale che ha visto in gara anche gli Aftersat, pure loro partenopei, con “Sanpapiè”, Olivia xx da Viterbo con “Solo una figlia” (che ha portato a casa il premio del pubblico) e Picciotto da Palermo con “Bimbi” (che si è aggiudicato il Premio Indieffusione).
La 24a edizione del Premio Amnesty nella sezione Emergenti ha visto trionfare Napoli: a Blindur con il brano “3000x” è andato il premio assoluto e a Donix con “Siriana” quello della critica, in una finale che ha visto in gara anche gli Aftersat, pure loro partenopei, con “Sanpapiè”, Olivia xx da Viterbo con “Solo una figlia” (che ha portato a casa il premio del pubblico) e Picciotto da Palermo con “Bimbi” (che si è aggiudicato il Premio Indieffusione).

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Giuliano Sangiorgi: “Non mi sembra vero di aver vinto un premio così grande come il Premio Amnesty. Quando ho saputo della vittoria ho detto “ce l’ho fatta”. Ce l’ho fatta non a vincere ma a far arrivare una canzone di questo tipo. Le canzoni per noi sono dei contenitori in cui ognuno mette quel che vuole, possono anche essere travisate e questo è anche giusto, ma le canzoni non sono solo sull’amore a due, dentro può esserci anche l’amore infinito. Questo riconoscimento è importante anche per questo. È l’emblema di un percorso fatto dai Negramaro. È l’aver fatto capire che le canzoni non sono solo canzonette. Abbiamo vinto una scommessa fatta 30 anni fa. Io fra l’altro al liceo avevo il diario di Amnesty International. Avrei forse voluto chiamare questa canzone ‘Dialogo tra un essere umano e un migrante’. Le vite in mare vanno salvate. Stiamo togliendo l’ultimo barlume di umanità a queste persone. La nostra mano tesa verso di loro è questa canzone. Ho sempre sognato di dire la mia ed il mio posto per dirla è una canzone. A chi ci dice che dobbiamo cantare e non fare politica rispondo che è la canzone il nostro posto, il posto dove dire certe cose. Se qualcuno vuole risponderci lo faccia con una canzone”.

Andrea Andro Mariano: “Quando è arrivato questo brano sono rimasto molto colpito, mi sembrava davvero qualcosa di nuovo. Ascoltandolo e cercando di vestirlo in maniera adeguata ogni volta mi emozionavo. E continua ad emozionarmi. Per la prima volta Giuliano ci ha messo davanti a una fotografia bella nitida di due mondi, due mondi che in realtà dovrebbero essere uno solo. Perché oggi purtroppo l’odio è la strada più facile da percorrere”.

Francesca Incudine: “Cantare Zinda sul palco di Voci per la Libertà è stato emozionante; cantare e raccontare di Sabeen mi ha dato la stessa emozione provata entrando al T2F a Karachi, luogo di cultura da lei fondato in Pakistan, luogo di incontro con la storia di questa straordinaria donna. Ho pensato che quanto più una storia ci sembra lontana tanto più essa ci è prossima, dentro la storia di Sabeen ho avuto modo di riflettere su quante libertà ci sono ancora da conquistare e quante da difendere e ripensare. Ed è soltanto attraverso il coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni, attraverso il coraggio di essere se stessi pur rispettando l’altro che possiamo ripensare a cosa significhi la libertà. Ringrazio tutta l’organizzazione e Amnesty International per il loro lavoro appassionato e per aver dato spazio alla mia musica e alla mia voce”.

Blindur: “Partecipare a Voci per la Libertà è stata un’esperienza magnifica; non potevamo desiderare un palco più bello, carico di significato e impegno, per tornare dal vivo dopo una lunga pausa. Aver coronato poi la nostra presenza con la vittoria del Premio Amnesty, ci rende estremamente orgogliosi e felici. Seguiamo attivamente Amnesty da moltissimi anni e in un qualche modo, sapere di poter contribuire alla causa con la nostra musica, è davvero meraviglioso”.

Donix: “Voci per la libertà non è stato semplicemente un Festival, un premio musicale, ma un’occasione d’incontro e di scambio. Grazie alla quale ho avuto l’opportunità di conoscere persone meravigliose, dai volontari agli organizzatori, i fonici, il direttore di palco, i giudici e tutti gli altri musicisti in gara. Un’atmosfera densa di gioia, armonia e amore per la musica hanno accompagnato queste giornate a Rosolina mare ed è stata la conferma che un mondo migliore è possibile. Avere ricevuto il Premio della Critica di questo Festival mi riempie di orgoglio come cantautrice e come persona, è un’esperienza che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore”.

Olivia xx: “Partecipare a voci per la libertà è stata la cosa giusta da fare. È stato usare la musica per il suo scopo principale. È come avere le mani: ce le hai da una vita e ci fai un sacco di cose, poi a un certo punto ci costruisci qualcosa e capisci veramente a cosa servono le tue mani e quanto è bello averle. Nel partecipare a Voci per la Libertà ho capito veramente a cosa serve la mia musica”.

Picciotto: “Per me essere a Voci per la Libertà è stato personalmente sentirmi in famiglia. Ci sono palchi e palchi, in un momento in cui ci sono mancati parecchio, riuscire a calcare uno in cui il linguaggio e l’attenzione ai testi sono una prerogativa per me è come Essere in famiglia. Una sensazione di perfetta continuità con ciò che scrivo, ciò che vivo, ciò che ho avuto il privilegio di condividere con un pubblico assolutamente trasversale che ha saputo apprezzare anche il mio genere che è il rap”.

Aftersat: “Aver partecipato a Voci per la Libertà è stata un’esperienza formativa e gratificante. Associare la musica all’attivismo di Amnesty e alla sensibilità verso i diritti umani non ha paragoni, l’una si compenetra nell’altra e attraverso l’ascolto degli altri artisti ti apre la mente e ti riempie il cuore di slancio e di ispirazione”.

Roberta Giallo: “Voci per la libertà è molto di più di un premio musicale, è una grande famiglia di persone unite da un sogno comune: legare la musica ai diritti umani. È stato il mio primo anno qui ad Amnesty, ma mi sono sentita subito a casa: un grande grazie a tutta l’organizzazione, per la grande libertà con cui mi ha accolta chiedendomi di partecipare in veste di scrittrice con il mio romanzo “Web Love Story”, in veste di giurata del premio ed infine come ospite musicale dell’evento finale. È stato meraviglioso raccontare ad un pubblico così attento dei miei tour all’estero e dei viaggi in oriente, poter esprimere quanto sia importante che le donne oggi scrivano e possano farlo e liberamente, occupandosi di diritti umani, di politica, d’arte, di letteratura, di canzoni… che possano dunque universalmente esercitare il sacrosanto diritto di libertà espressiva e di espressione. Credo che sensibilizzare le persone in merito ai diritti umani tutti, attraverso l’arte della musica sia stata la grande intuizione di questo premio, unico nel suo genere, un premio che è soprattutto incontro, dialogo, confronto, narrazione, divulgazione, festa etica di volontari e attivisti, ma anche di chi, avvicinandosi “per caso”, magari attratto da una canzone, può sentirsi chiamato a partecipare con la propria voce alle sfide più grandi e nobili dell’umanità. Grazie ancora a tutta Rosolina, perché ho vissuto un’estasi naturale”.

 

XXIV Edizione Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty

Un’iniziativa di: Associazione Voci per la Libertà, Amnesty International Italia, Comune di Adria, Comune di Rosolina

Con il contributo di: CGIL Rovigo, CISL Padova e Rovigo

Partner tecnici: ARS audio & light, Idee Grafiche, Press4All, Mei – Meeting degli Indipendenti, OPS Group, Rete dei Festival, Studioartax, Pro Loco Rosolina

Media partner: Rai Radio1, FunnyVegan, ViaVaiNet, Collettiva, Noise Symphony, Indieffusione, Radio Popolare, Radio 41.