Una cena spettacolo in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Arte per la libertà, il festival della creatività per i diritti umani promosso dall’Associazione Voci per la Libertà presenta una “Cena a regola d’arte”. Sabato 24 novembre alle 20.30, presso la Corte Benetti in via Ippolito Nievo 30 a Rovigo si terrà la cena spettacolo “Odio il Moro”. Una produzione di Teatro Nexus liberamente tratta da “Precise Parole” di Lella Costa e “Otello” di Wlilliam Shakespeare. Storia d’amore, d’astuzia, di passione, d’invidia, di violenza e di follia; storia di uomini e di donne; raccontata a tavola per non turbare troppo gli animi degli ascoltatori.
Proprio in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne una proposta diversa dal solito, una serata con cena spettacolo per riflettere su un tema tanto importante quanto purtroppo attuale.
Nella splendida cornice della Corte Benetti, a due passi dal centro di Rovigo ma inserita in un contesto prettamente agricolo, gli spettatori potranno gustare una cena a buffet con tantissime pietanze del territorio ed assistere contemporaneamente alle vicende di Otello e Desdemona.
Tutti pronti per la cena degli sposi? Otello e Desdemona saranno lieti di condividere con i commensali i loro momento di perfetta gioia e anche il seguito della loro breve – ma intensa – storia d’amore.
Preparate una scarpa, un po’ di voce, allenate l’ascolto che sono tante le versioni di questa storia che dobbiamo ascoltare senza per questo cambiare mai il finale!

Cena a Buffet con spettacolo teatrale 25€

buffet

Aperitivo di benvenuto con patatine, crostini e stuzzichini vari, vellutata di verdure, rotoli di pasta sfoglia, torta salata, frittata con verdure, pizza in tranci, piccoli panini e tramezzini farciti, uova sode della corte, verdure miste. Affettati preparati su piatti di portata, quali prosciutto, salame nostrano e ungherese, speck, mortadella e/o coppa accompagnati da gnocco fritto; porzioni di formaggio stagionato e non; sottolio e sottaceti: funghi, carciofini, olive, tonno. Diversi tipi di torte preparate in giornata con prodotti locali. La cena sarà accompagnato da bevande alcoliche e analcoliche.

Prenotazione obbligatoria:
339.3162455 o hicnikka@gmail.com

La serata è organizzata dall’Associazione Voci per la Libertà grazie alla collaborazione con: Amnesty International – Teatro Nexus – Corte Benetti – Rivista REM, all’interno del festival Arte per la Libertà, con la sponsorizzazione di Banca Annia e con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura.

ODIO el moro

“ODIO IL MORO”
liberamente tratto da “Precise Parole” di Lella Costa e “Otello” di Wlilliam Shakespeare

Regia: BARBARA CHINAGLIA
Produzione Teatro Nexus 2013 in collaborazione con:
CENTRO TEATRO “Don Bosco” (Rovigo)
ri-edizione 2016 rielaborata in residenza artistica accolta dal Teatro Nucleo presso il Teatro “Julio Cortàzar” – Pontelagoscuro

In scena: Barbara Chinaglia (narratore), Elisa Chinarello (pnsiero di Iago), Francesca La Malfa (narratore), Sarah Lanzoni (Desdemona), Veronica Marabese (narratore), Emilio Milani (Otello), Marco Silvestrini (Iago).

scenografie/oggetti scenici: da un’idea di Giovanna Gazzi e Mirco Bianchini
realizzate da: Giorgia Aglio e Teatro Nexus
costumi: Barbara Chinaglia, Fiorenza Ronsisvalle, Giulia Schiesari
foto di scena: Gabriele Bux, Andrea Verzola, Daniele Mantovani

Oggetto feticcio dello spettacolo sono le scarpe, ogni attore e partecipante all’allestimento, ha trasferito la propria idea dei personaggi e dell’atmosfera in una scarpa-simbolo, ridipinta e trasformata. Ci siamo permessi di citare da lontano la famosa opera dell’artista messicana Elina Chauvet, “El Paso, divenuta simbolo della lotta alla violenza sulle donne e al femminicidio, individuando in Desdemona un archetipo delle milioni di donne vittime di violenza domestica. La scarpa è stato anche il punto di partenza della ricerca per condizionare il portamento e il movimento degli attori in scena. Tanto che quando Giovanna Gazzi lesse per la prima volta il copione con le annesse note di regia, non riuscì e vedere null’altro che scarpe in scena e volle amplificare questo aspetto, le scarpe come strumento per compiere i passi dentro una storia apparentemente molto complessa, ma che in realtà procede semplice e diretta fino al suo annunciato, drammatico, epilogo. Per questo forte valore metaforico dato alla scarpa, chiediamo agli spettatori/commensali di portare con sé una scarpa, da consegnare al loro arrivo in cambio di un pezzettino di storia da leggere insieme a noi ad alta voce (le scarpe saranno utilizzate da Iago durante il dipanarsi della storia e restituite integre a tutti).

L’idea dello spettacolo “Odio il Moro” nasce nella regista e autrice Barbara Chinaglia molti anni fa e inizia a concretizzarsi nel 2012, il debutto della prima versione è avvenuto un anno e mezzo dopo la prima stesura.
La prima versione del 2013 fu il RACCONTO dell’intrigante e magica storia d’amore tra Otello e Desdemona, della loro passione folle che li rende forti e inattaccabili e che con il passare delle ore e dei giorni li travolge e indebolisce la loro ragione fino al tragico epilogo.
Sia Shakespeare che Lella Costa raccontano della follia dei sentimenti, dell’incapacità di viverli pienamente senza farsene travolgere, in particolare parlano dell’invidia che un amore puro genera nei cuori aridi, parlano della disapprovazione che un amore può suscitare nel suo uscire dagli schemi sociali, che nella Venezia di Shakespeare erano (erano?…) schemi anche razzisti. Lella Costa ci aggiunge il femminile dando a Desdemona una rilevanza maggiore di quella datagli da Shakespeare.
La collocazione geografica di questa Storia è Venezia, il Nord Est che non sono solo un luogo ma anche un modo. E così, ricostruendo i pezzi di questo racconto, rimontandoli, tagliandoli e giustapponendoli abbiamo fatto emergere quest’aria di pettegolezzo, televisivo e bidimensionale che invade la privacy di tutte le storie, le manipola e le trasforma in losche, inopportune, le giudica e le banalizza. Un filò di benpensanti che ricorda molto questo imperare della “Vita in diretta” che non lascia in pace le emozioni e il privato.
I due testi si intersecano in questo modo: Lella Costa è la voce degli opinionisti da talk show mentre le parole di Shakespeare diventano la finestra di reality che serve a dare un po’ di elementi allo spettatore per cominciare a crearsi la sua opinione.

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