I Amn homeÈ online il IV numero del 2014 della rivista I Amnesty. Vai subito su www.trimestrale.amnesty.it e scaricalo gratuitamente. In questo numero ti raccontiamo la campagna permanente contro la pena di morte portata avanti in 40 anni di attività da Amnesty International Italia, con il tuo importante contributo, dai singoli casi per i quali ci siamo mobilitati fino all’abolizione completa della pena capitale nel nostro paese.

 

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia e il presidente Antonio Marchesi ci raccontano il lavoro portato avanti dall’organizzazione e i successi ottenuti. Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, ci racconta la storia a lieto fine di Meriam, donna sudanese salvata dalla condanna a morte grazie al lavoro di diverse associazioni.

intervista mud notiziario amnestyIl numero contiene un’intervista a Mud, alias Michele Negrini, vincitore del Premio Amnesty Emergenty a Voci per la Libertà 2014 con la splendida “METTI CHE UN GIORNO TI SVEGLI (TU DA CHE PARTE STAI?)” e una al prefetto Francesco Cirillo che ci spiega cosa è e cosa fa l’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori. E poi le buone notizie, le news, gli appelli, le recensioni e tanto altro.

Il giornalista Cosimo Caridi, presente a Gaza durante l’ultimo conflitto, ci da uno spaccato reale su quanto è accaduto nella Striscia e sulle conseguenze di questa guerra. Oltre all’articolo, nella versione online del trimestrale troverete una slideshow con i dati dell’operazione Barriera protettiva e l’interessante testimonianza personale del direttore di Amnesty International Israele.

 

Alla vigilia dei 40 anni di Amnesty International Italia, vogliamo ringraziarti perché senza il tuo sostegno non avremmo potuto fare tutto questo. Continua a sostenerci e coinvolgi le persone a te vicine, la strada da percorrere insieme verso il rispetto dei diritti umani è ancora lunga ma noi siamo in cammino.

Per sfogliare la rivista basta visitare il sito www.trimestrale.amnesty.it, dove oltre a scaricare gratuitamente il pdf con i link multimediali a seguito di una semplice registrazione, saranno disponibili alcuni dei contenuti del numero appena pubblicato.

 

 

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EDITORIALE

antonio marchesiCara amica, caro amico,
permettetemi di prendere spunto da un ricordo personale. È l’autunno del 1977. Sono iscritto da due giorni ad Amnesty International, un’associazione che in Italia è quasi sconosciuta. È sabato e sono con altri in piazza Navona, a Roma, ad avvicinare le persone per chiedere due cose: se ci conoscono e se vogliono firmare la nostra petizione contro la pena di morte.

È un ricordo banale che, nondimeno, significa qualcosa: “Amnesty International” e “abolizione della pena di morte” sono parole che da allora si accompagnano, si pronunciano tutte d’un fiato. E non soltanto di un abbinamento di parole si tratta ma di azioni concrete in vista di un obiettivo, di battaglie vincenti e in alcuni casi già vinte. Tra queste ultime ve n’è una che è tutta italiana: tra il 1991 e il 1994 abbiamo parlato con centinaia di parlamentari, riuscendo a convincerli che non aveva senso, una volta accettata l’idea che la pena di morte è ingiusta e inutile in tempo di pace, mantenere un’eccezione per il tempo di guerra. Abbiamo scritto noi il testo della legge e ne abbiamo accompagnato il cammino parlamentare. Alla fine il successo è arrivato. Altre battaglie abolizioniste di Amnesty International Italia sono diventate battaglie dell’Italia in Europa o nel mondo, che proseguono tuttora.

Nel 1977, Amnesty International Italia era nata da due anni. Nel 2015 ne compirà 40. Ora, a differenza di allora, anche nel nostro paese siamo un’organizzazione conosciuta. Proprio come allora, però, siamo un’organizzazione fatta di persone il cui sostegno morale ed economico è la condizione principale del successo delle nostre azioni e, in definitiva, della nostra sopravvivenza.

Non siamo diventati un’istituzione, né assomigliamo a un’agenzia dell’Onu. Non siamo una realtà che continuerà a esistere (e a difendere i diritti umani) a prescindere dal contributo di chi crede in noi. Alla soglia dei 40 anni, abbiamo ancora, più che mai, bisogno di voi. Perché, anche se in Italia dal 1994 nessuna legge prevede più la pena di morte, c’è ancora molta, moltissima strada da fare affinché i diritti umani di tutti, in Italia e nel mondo, siano finalmente rispettati.

 
Antonio Marchesi
Presidente Amnesty International Italia