L’ultima edizione di “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty 2010” è stata una grande edizione con importanti nomi della scena musicale italiana e non con grandi contenuti e riconoscimenti di assoluto valore con un impatto mediatico incredibile! Così si preannunciava, e così è stato!

 

Siamo onorati ed orgogliosi del plauso del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA con il conferimento della medaglia quale premio di rappresentanza: un’onorificenza espressione del vivo apprezzamento di Napolitano nei confronti di Voci per la Libertà.

Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg ci ha omaggiati con un saluto di stima ed incoraggiamento a far crescere in dimensione europea il festival.

 

Dedichiamo tali importanti riconoscimenti a tutti gli artisti partecipanti al festival e a tutti coloro, volontari in primis che da 13 anni ci sostengono nella realizzazione delle nostre attività. Interpretiamo queste dichiarazioni come premio alla costanza e alla passione che contraddistinguono Voci per la Libertà, sarà pungolo a mantenere l’impegno nel proseguimento del Festival e delle attività di promozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

 

Ad amplificare la voce del festival, oltre ai tradizionali mediapartner, abbiamo avuto a nostro fianco il Segretariato Sociale della Rai e nello specifico le telecamere e i microfoni di “Uno Mattina” di Rai1, del Tg3 Nazionale e di Radio1, che hanno dato voce e immagini a quanto successo a Villadose. A condurre le serate in maniera impeccabile e professionale Savino Zaba di Rai1 e Radio2 e Gianluca Polverari di Radio Città Aperta.

 

Nelle serate di sabato e domenica, l’attore Luigi Marangoni ha animato il palco con degli interventi sul tema dei diritti umani e con la presentazione di due video realizzati presso la casa circondariale di Rovigo.

 

Il gruppo CTG Villagiò di Villadose durante tutte le sere dal festival ha allestito IL GIARDINO DEI DIRITTI, un ludoteca all’interno del festival dove i più piccoli possano trovare momenti dedicati a loro. Attraverso giochi da tutto il mondo, disegni e laboratori creativi i bambini hanno affrontato in maniera giocosa il tema della solidarietà e dei diritti umani.

Durante le serate del festival erano presenti gli Educatori di strada del progetto “Terra di mezzo” e l’associazione Orius con il progetto “drink no drunk” per poter fornire maggiori informazioni ai giovani presenti in merito all’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti.

 

MA PARTIAMO CON IL NOSTRO REPORT A RACCONTARVI I NOSTRI 4 GIORNI PIENI DI MUSICA, ENERGIA, PUBBLICO, VOLONTARI, IMPEGNO PER I DIRITTI UMANI E UN PO’ DI PIOGGIA…

 

IL PROGRAMMA


GIOVEDI 22 LUGLIO

Anteprima: SANGUE & INCHIOSTRO

Simile a tanti gruppi di Rovigo forse, simile a quelli che credono che la musica possa esprimere quanto una poesia o un murales, simile a ogni creatura umana considerando che il 99,9% del genoma è pressoche identico eccetto per qualche singola mutazione. Questo è il loro Rock Alternativo.

 

SEMIFINALI CONCORSO

GIORGIO BARBAROTTA – “Bal Ashram”

“Questo sguardo ha certo un senso se scavalchi il pozzo dell’oceano annulli le distanze e porti umanità dove ce n’è bisogno”

Voce profonda e suoni suggestivi che infondono la speranza di una vita dignitosa nell’animo di bambini lontani.

ALBERTO DESPINI – “Il ritratto giusto”

“c’è una storia che non insegna mai c’e’ una storia che non disegna più il ritratto giusto e per un bel posto”

Attimi di poesia che si fondono con chitarre rock.

PRHOME – “Black Rain”

“le ferite non si chiudono rimangono aperte ed è lì che la pioggia prova a battere con forza proprio lì dove la pelle è dura come una scorza”

La sinergia e l’interazione dell’hip hop che danno voce alla dignità dell’uomo troppo spesso svilita.

 

L’ OSPITE: HEIKE HAS THE GIGGLES

Da Solarolo (Ra) una delle proposte più originali di questo 2010, travolgente indie rock ad opera di un sorprendente trio di ventenni. Le radici musicali di Heike Has The Giggles (“Heike ha la ridarella”, la traduzione del nome) vanno al di là dei riferimenti che abitano il mondo musicale indipendente di questi giorni: nonostante la giovane età i nostri hanno spulciato un buon numero di dischi del passato e la loro irruenza istintiva va indietro nel tempo, incontrandosi con la violenza esuberante del garage rock, e pure con certe asprezze del primo punk, seguendo un filone che nell’ultimo decennio ha alimentato le idee di gruppi come Artic Monkeys e Art Brut.

Emanuela e i suoi compagni d’avventura, Guido Casadio alla batteria e Matteo Grandi al basso, sul palco di Villadose hanno mostrato tutta l’esuberanza del loro power pop ad alta gradazione di decibel confermandosi una delle belle sorprese del Festival.

 

VENERDI 23 LUGLIO

Anteprima: ARTCORE MACHINE

Progetto parallelo ai Bems a cura di Moreno Padoan e Roberto Beltrame, entrambi membri attivi della piattaforma industrial/rock veneta. Artcore Machine ha proposto un genere electro/experimental screziato da apporti industrial che ne accentuano la freddezza. Un’esperienza unica!!!

 

SEMIFINALI CONCORSO

CORIME’ – “Nuove medicine”

“Medicine nuove contro l’arte di chi uccide. Da chi dentro il pugno, stringe il mondo. Pietre mai scagliate contro l’arroganza. Di un patriottismo falso travestito da eleganza”

Intrecci di culture millenarie che fanno da antidoto ai poteri che interferiscono nelle nostre vite.

BANDA FRATELLI – “Salgo su”

“Il fiatone mi è passato già. Su una scala che mi porta dove le stelle. Son solo lucciole… Salgo su”

Ironia e malinconia che accompagnano gli ultimi passi di un condannato a morte.

NEODEA – “Violet”

“Dentro al mio destino gli innocenti giochi no.. non esistono. La mia dolce voce in questo vento caldo… si disperderà”

L’inferno dei bambini-soldato e il loro diritto perduto a vivere l’innocenza della propria infanzia.

 

L’ OSPITE: PERTURBAZIONE

I Perturbazione, da Rivoli (To), percorrono da un decennio abbondante i sentieri del pop-rock italico. Lo fanno a modo loro, senza aver mai raggiunto le masse sanremesi ma essendo riusciti a coltivare nel corso degli anni un pubblico affezionato e attento, proponendo di fatto una coraggiosa sintesi, fondendo insieme la tradizione della nostra musica d’autore, con la complicità di un violoncello, con il rock indipendente angloamericano metabolizzato e rielaborato dai componenti del gruppo. L’ultimo disco, da poco nei negozi, si intitola “Del nostro tempo rubato” e racconta un periodo di transizione che ha portato nuove energie al progetto. Un modo assai peculiare di raccontare e raccontarsi, affrontando con leggerezza pop temi non sempre allegri e trasformandosi, nel momento in cui i sei salgono sul palco, in qualcosa di coinvolgente e commovente. Sì, perché a dispetto di quanto si è detto finora, anche a Voci per la Libertà, una volta imbracciati gli strumenti i Perturbazione con il loro pop-rock, hanno saputo coinvolgere il pubblico come un gruppo di quelli che fanno saltare, sudare e cantare a squarciagola.

 

SABATO 24 LUGLIO

Anteprima: NICOLAI LILIN e JAPANESE BUT GOODIES

Anteprima “prestigiosa” con Nicolai Lilin, l’autore di “Educazione siberiana” (Einaudi), il best seller attualmente in via di distribuzione in venti paesi e che prossimamente diventerà anche un film di Gabriele Salvatores. Nell’aprile 2010 è uscito il suo secondo romanzo “Caduta libera” (Einaudi), la cui presentazione è stata proposta assieme ai Japanese but goodies, il collettivo di Rovigo impegnato a lavorare sulla commistione di teatro e musica. Il reading, che ha tenuti incollati alle sedie i numerosi spettatori, si rifà al racconto autobiografico della guerra in Cecenia, dove l’autore, originario della Transnistria, ha combattuto per due anni come soldato di leva per conto dell’Armata Russa, ricoprendo il ruolo di tiratore scelto.

“Volevo far sentire l’orrore della guerra. Sei lì dentro al cento per cento, fai tutto quello che devi fare per sopravvivere e vai fino in fondo. E spesso, scendendo verso il fondo dell’anima, scopri che il fondo non c’è”.

SEMIFINALI CONCORSO

CAROTE SBRICIOLATE – “Lavoro a mano armata”

“Archiviare per ricordare. Archiviare per dimenticare che il lavoro serve a lavorare e lavorare serve a vivere e non a morire”

Rock e reggae che ricordano le morti bianche e rivendicano più eque condizioni di lavoro.

THISORDER – “Late Empire”

“As she dies on the tv eyes wanna paint the sky with her liquid

last goodbye”

Brano rock che ricorda Neda, brutalmente assassinata durante una manifestazione di opposizione al regime iraniano.

PICCOLA ORCHESTRA KARASCIO’ – “Beshir”

“Beshir è un uomo libero e può sceglier di morire di botte in terra libica o di stenti in mezzo al mare Beshir è un uomo libero senza libertà di scelta: o partire per l’Italia, o morire senza fretta”

Una ballata folk che racconta il tormentato viaggio in mare di un migrante diretto in Italia.

 

L’ OSPITE: PAOLA TURCI

A Villadose Paola Turci è di casa, e il suo ritorno non poteva che essere accolto come la rimpatriata di una grande amica. La cantautrice romana, nell’anno in cui le è stato assegnato il Premio Amnesty Italia per il brano “Rwanda”, il 2006, è stata protagonista di una memorabile esibizione, in parte con l’ausilio di sole voce e chitarra e in parte con l’estemporaneo aiuto di uno dei gruppi in concorso, il Collettivo Musicale Ambaradan, che l’ha accompagnata in “Paloma Negra” di Chavela Vargas.

E quest’anno poteva essere di meno? Una folla numerosa ha accompagnato Paola nella sua esibizione in acustico, intervallata dalle letture di alcuni brani di “Grazie Amnesty” ad opera dell’attore Luigi Marangoni.

La Turci ha saputo come sempre emozionare il pubblico presente. Oltre ai brani che l’hanno resa famosa come Bambini, Ti amerò lo stesso, Stato di calma apparente, Mani giunte etc… ha voluto sottolineare la sua crescente sensibilità nei confronti delle dolorose contraddizioni del pianeta con “Rwanda” per l’appunto, scritto di getto dopo la visione del film “Hotel Rwanda” di Terry George. In chiusura ha salutato con queste parole: “E’ sempre bello tornare a Villadose. Qua mi sento al sicuro perché le persone come Amnesty che difendono i diritti di tutti gli esseri umani difendono anche me”.

 

DOMENICA 25 LUGLIO

PREMIO AMNESTY ITALIA

LA CONFERENZA STAMPA

Momento di forti emozioni quando si è sentito a più voci sostenere i diritti umani durante la conferenza stampa per la consegna del Premio Amnesty Italia a Carmen Consoli per il brano Mio Zio che tocca il tema della violenza sulle bambine in famiglia.

Michele Lionello, direttore artistico e ideatore della manifestazione che da tredici anni lavora e sostiene con la musica e con le varie forme d’arte i diritti umani e le campagne di Amnesty, nell’introduzione ha mostrato la medaglia del Presidente Napolitano quale riconoscimento a Voci per la Libertà.

Il sindaco Gino Alessio ha sottolineato come Voci per la Libertà sia un’occasione per sancire con la musica l’importanza di rimettere al centro la persona e le sue esigenze prioritarie: «Ho ascoltato con piacere Mio Zio e suggerisco di farlo con attenzione soprattutto nel ritornello incalzante che ci riporta all’infanzia violata». Sono intervenuti quindi l’Assessore alla Cultura Ilaria Paparella, Giovanni Stefani Presidente di Voci per la Libertà, Christine Weise, presidente della sezione italiana di Amnesty e Isi Coppola Assessore regionale.

La Consoli visibilmente emozionata: «Ringrazio queste persone che hanno regalato delle parole bellissime, io non ho nulla da aggiungere se non la mia assoluta collaborazione spirituale a questo tipo di iniziativa. Seguo questa associazione e spero di poter contribuire nel mio piccolo ad essere un piccolo soldatino Amnesty» Ha aggiunto una chicca con l’accento catanese: «Quando ho saputo di aver vinto il premio ho chiamato la mia professoressa a Catania e le ho detto: professoressa ho vinto il premio sui diritti umani con Mio zio. E la prof.: “Ci deve fare veramente i complimenti a suo zio perché si vede che davvero il talento scorre nel sangue”».

Anteprima: MARCELLO UBERTONE

Comincia a scrivere canzoni durante il suo anno di studio in America, a 17 anni. Una volta tornato in Italia entra nel gruppo giunge. Molto rumore per nulla ma, come spesso accade, quando riesce a racimolare i soldi per comperare la chitarra elettrica dei suoi sogni il gruppo si scioglie. Decide dunque di rubare la chitarra acustica di suo fratello e di darsi al cantautorato.

 

FINALE CONCORSO

Il cielo nero ha incominciato a girare intorno allo stadio di rugby di via Pelandra, la manifestazione è continuata sperando che il tempo fosse clemente, così è stato per l’esibizione delle cinque band finaliste.

I bergamaschi della Piccola Orchestra Karasciò vincono la XIII Edizione di Voci per la Libertà Una Canzone per Amnesty. Con il loro genere melodico popolare hanno convinto la giuria di esperti del Premio Amnesty Emergenti. Sono arrivati alle semifinali aggiudicandosi il premio web grazie ai voti degli internauti, poi il passaggio in finale e la vittoria tutta meritata per Beshir sulla coraggiosa e disperata traversata di un migrante diretto in Italia.

Nel giro di pochi minuti, intorno a mezzanotte, con la pioggia che sembrava non avere nessuna intenzione di smettere, si sono svolte le premiazioni: prima la Piccola Orchestra Karasciò premiata da Christine Weise e Carmen Consoli , poi Giò Alajmo del Gazzettino ha annunciato il premio della critica al cantautore Giorgio Barbarotta per il brano Bal Ashram sulla comunità autosufficiente di Varanasi in India, che accoglie bambini abbandonati provenienti da situazioni di disagio e infine Sandro Carraro, direttore di palco ha rivelato il premio della giuria popolare al rodigino Phrome insieme alla band The more the terrier con Black rain, Pioggia sporca dove vengono messi in discussione i vincoli sociali che mortificano la dignità dell’individuo.

In finale, e quindi anche nella compilation che nei prossimi mesi verrà realizzata e distribuita in tutt’Italia, anche i Corimè, che hanno presentato Nuove medicine, sugli artifici sfruttati dal potere per controllare le vite delle persone e i Thisorder, che hanno eseguito Late Empire, canzone sul brutale assassino della manifestante iraniana Neda.

 

PREMIO AMNESTY ITALIA

– IL LIVE –

Un numeroso pubblico ha quindi applaudito Carmen Consoli, che ha ricevuto dalle mani della Weise il Premio Amnesty Italia per il brano “Mio Zio”. Canzone che parla di un argomento spesso taciuto come quello della violenza sessuale sui minori fra le mura domestiche. Un brano coraggioso, crudo ma a tratti pervaso di un’ironia feroce. Un ottimo esempio di come si possa fare denuncia fondendo la narrativa nella musica.

Carmen ha poi abbracciato la sua chitarra acustica per intonare uno dei sui brani più famosi “L’ultimo bacio” mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a cadere.. Poi la pioggia sempre più forte con il vento e un fuggi fuggi generale sotto gli stand e i banchetti a cercare riparo, un centinaio di giovani sono rimasti invece sotto il palco ad ascoltare Carmen Consoli che proponeva il brano vincitore del PAI “Mio Zio”, poi il direttore di palco si pronuncia: «troppo rischioso continuare», ma le ovazioni dei fan e la disponibilità di Carmen fanno sì che venga proposto un altro brano in siculo “A finestra” e poi un altro ancora accompagnato dal pubblico ripercorrendo gli inizi della sua carriera con “Amore di plastica”.

Le luci si sono spente sul palco della tredicesima edizione, e anche la pioggia ha smesso di cadere, troppo tardi, non si può tornare indietro, peccato perché lei, Carmen Consoli, con il suo calore, la sua semplicità e professionalità avrebbe continuato ancora a suonare e a cantare…

 

E’ STATO DAVVERO

UN GRANDE FESTIVAL!!!